Poesia ASSENZA DI TE (12/07/1982)

La mattina alla solita ora, suona noiosamente la campana della sveglia.

Sul divano, lascio ogni indumento e aprendo la porta antica, la visione del viso fragile, appare.

Portata dal vento nel mare calmo, l’esile tua figura di febbraio, appare un bacio che mi sfiora, è solo la tua visione.

Il calendario, nel taschino della sudata camicia, fa l’occhiolino ai giorni che lunghi bruciano.

L’attesa, nei giorni caldi di luglio e nel mezzodì, quando solo, in cucina, il caldo piatto si raffredda, porta la mente lontana, in cerca di visioni, la tua e la sua.

Vedo la piccola bionda, acerba nostra bambina, saltellare sui campi del verde di mezzenile.

Fra i tetti a pendio, nascosti dai monti perenni, scivola nel fiume la sera, un tuo pensiero attorciglia il corpo nel vuoto lenzuolo, in cerca di te, delle tue carezze.

Il sonno, più forte dell’afa, vince la veglia, voltando lo sguardo negli angoli, ove la ragnatela caparbia resiste.

Vedo gli occhi grandi del tuo viso, accarezzare la fronte, addolcendo finalmente il sonno.


1. Dalla bici, seppure stanca, scese e si incamminò nella sera; come in primavera tornò a passeggiare con il libro in mano, liberava l’età verso il sapere, lasciando dietro il dispiacere.

2. Sul prato coricata, legge con la testa adagiata, sulle gambe dell’amica smaliziata, assaporando la storia.
Seduta accarezza la natura dimenticando la stesura di un giorno di scuola.

3. Lo sguardo si perde nel fondo del mare a cercare il sogno come un alveare.
L’amica spogliata da barriere inibite accudisce triste l’orizzonte perché delusa dall’amore perduto.