Poesia CHE CONFUSIONE (1979)

Una casa costruita nella via più importante della città.
Alla finestra un viso di bimbo dagli occhi smarriti,
un giocattolo per terra, una macchina,
lacrima innocente di un viso stordito.
Storia di ogni giorno in una delle solite vie,
lamenti da una delle tante porte
della solita strada.
Il meccanico canta coperto dal suo rumore,
confusione alla pescheria
una lite dalle solite persone.
Che confusione!
Una mamma piange “hanno rapito mio figlio”
Soldi ne ha pochi, la gente tutta cuore raccoglie fondi.
Uno scoppio vulcanico, la scienza superba
Si fa sentire, il fumo non vede nella confusione;
non si sa se è una nuvola di lacrime o di…
una macchia che porta la fine di una esistenza.
Che confusione!
Con Dio non ce ne fu,
il Figlio Gesù la toccò con le mani
adesso che significa, non capisco proprio più.
Che senso ha la libertà,
magari negli anni non si saprà.
Che confusione la realtà!...