Critica di Marpanoza

Pittore di movimentata tensione sociale che la fantasia distribuisce tra esiti di costumi e di natura. Nella pittura si osserva una disponibilità grafica che segna i percorsi figurali a rigore di critica denuncia e lineamenti sensibili alla composita ironia della scena teatrale. Pittore di spirito che guarda al drammatico con ottimo equilibrio di carica poetica.
Una pittura parlante per la tensione della struttura e del colore che motivano il ritmo liberatorio nella psicologia della immagine.


La pittura per Gino Baglieri è una necessità fisiologica ancor prima che intellettuale. È una pittura che s’incarna della gente, il mondo umano nel quale lo stimolo poetico della etica insorge originale e carica l’immagine, appunto, di vena popolare.
Colorista di calda tensione, mantiene tuttavia un equilibrio di luce che non sfocia mai nell’espressione violentemente accesa, ma vive un suo autocontrollo di modulazione cromatica. E nel collegamento con lo spazio l’immagine si esprime in un ampio respiro che si motiva come un’altra importante costante della pittura di Baglieri.
Nel suo insieme il dipinto assume una caratteristica espressionistica nella quale fa voce qualche invito di astratto o di realismo, pasoliniano. Guttuso e Fiume, da diversi punti di vista, inizialmente si pensa che abbiano dato dei suggerimenti professionali al giovane pittore di Comiso poi trasferito a Vittoria dove destina il suo studio.
È lo spirito dell’artista nato che opera per cognizione di causa e messaggi di valori che può comunicare. Solo chi non si stanca di ricercare mezzo e poesia all’infinito.

Marpanoza